Imminente
a Aprile 2011 su Rai2
Titolo Originale: Torino Boys
Nazione: Italia
Fonte: TV
Lingua: Italiano
Sottotioli: Nessuno
Anno: 1997
Durata: 01:31:24
Dimensione: 671.896 MB
Genere: Commedia
Regia: Manetti Bros (Marco e Antonio)
Interpreti e Personaggi:
Angela Omoniyi: Nike
Paul Anthony Anderson: Eby
Eliane Ballaud: Pereré
Olu Domingo: Roosvelt
Juliet Esey Joseph: Ifueko
Elisabeth Aisuwa: Sarah
Roy Omore: Patrick
Dayo Somaike: Johnny
Luca Laurenti: Fabio
Jennifer Akinemi: Faith
Queensly Faith Egbon: Gladys
Massimo Sarchielli: Alessandro
Gisella Burinato: Sista Mary
Cristiano Grillo: Filippo
Pascale: Chastity
Rose: Auntie Rita
Musiche: Italian Hip Hop
È una storia di incontri mancati. Un gruppo di ragazzi nigeriani partono da Torino,
città in cui vivono, verso Roma, dove vorrebbero assistere ad una partita di coppa Uefa. In realtà
Eby vuole andare a Roma per incontrare Nike, una ragazza che ha conosciuto solo poco tempo prima.
La dilatazione dei tempi tipica degli africani e la totale assenza di preoccupazioni saranno le cause
principali dell' inconcludenza del gruppo, che non solo non riuscirà mai a raggiungere lo stadio,
ma non permetterà ad Eby e Nike di incontrarsi facilmente. La loro giornata sarà però piena di
fermate in tutti i luoghi della comunità nigeriana, dove conosceremo storie, personaggi e abitudini
del singolare mondo africano italiano.
Nazione: Italia
Fonte: TV
Lingua: Italiano
Sottotioli: Nessuno
Anno: 1997
Durata: 01:31:24
Dimensione: 671.896 MB
Genere: Commedia
Regia: Manetti Bros (Marco e Antonio)
Interpreti e Personaggi:
Angela Omoniyi: Nike
Paul Anthony Anderson: Eby
Eliane Ballaud: Pereré
Olu Domingo: Roosvelt
Juliet Esey Joseph: Ifueko
Elisabeth Aisuwa: Sarah
Roy Omore: Patrick
Dayo Somaike: Johnny
Luca Laurenti: Fabio
Jennifer Akinemi: Faith
Queensly Faith Egbon: Gladys
Massimo Sarchielli: Alessandro
Gisella Burinato: Sista Mary
Cristiano Grillo: Filippo
Pascale: Chastity
Rose: Auntie Rita
Musiche: Italian Hip Hop
È una storia di incontri mancati. Un gruppo di ragazzi nigeriani partono da Torino,
città in cui vivono, verso Roma, dove vorrebbero assistere ad una partita di coppa Uefa. In realtà
Eby vuole andare a Roma per incontrare Nike, una ragazza che ha conosciuto solo poco tempo prima.
La dilatazione dei tempi tipica degli africani e la totale assenza di preoccupazioni saranno le cause
principali dell' inconcludenza del gruppo, che non solo non riuscirà mai a raggiungere lo stadio,
ma non permetterà ad Eby e Nike di incontrarsi facilmente. La loro giornata sarà però piena di
fermate in tutti i luoghi della comunità nigeriana, dove conosceremo storie, personaggi e abitudini
del singolare mondo africano italiano.
le critiche positive
Antonio e Marco Manetti, registi e sceneggiatori di Roma, hanno provocatoriamente cercato di annientare tutta la segnaletica retorica piangente, paternalistica e solidaristica del filone "film sull’immigrazione". Intanto hanno scovato un meraviglioso parco attori per un’opera di drammaturgia corale e brillante.
Roberto Silvestri - Il Manifesto
Sulle coordinate stilistiche di un missaggio di realismo e fumetto, con una colonna sonora di Neffa rimbombante di Rap ed Hip Hop made in Italy, e tenendo presente le arzigogolate partiture delle telenovelas nigeriane, Marco ed Antonio Manetti hanno messo in scena una commedia coraggiosa e riuscita, affidata completamente al pedinamento e alla curiosa esplorazione di un inedito microcosmo antropologico benissimo evocato dalla non-professionalità degli interpreti che, dunque, nulla sacrificano della loro spontaneità e leggerezza all’artificio della recitazione.
Natalino Bruzzone - Il Secolo XIX
Poche parole per un film che invece compie una notevole rivoluzione, proponendo un punto di vista completamente inedito (o quasi, tentativi sono stati già fatti, ma questo è decisamente il più compiuto) sugli "immigrati", i "poveri extracomunitari", i "neri sfigati". Liberato il campo dai piagnistei, i due registi fratelli Antonio e Marco Manetti (entrambi sotto i trent’anni) si divertono a farci vedere qualcosa che loro conoscono bene. (...) Con le musiche di Neffa, Torino Boys fa ridere e ballare e dice più cose di quanto non sembri. Guardatelo con attenzione, e soprattutto divertitevi.
Roberta Ronconi - Liberazione
Recitato da un cast particolarmente simpatico e ritmato sulle musiche di Neffa, il film ha un solo punto debole: poco realisticamente i nigeriani parlano italiano anche quando sono tra loro.
Roberto Nepoti - La Repubblica
The comedy generally is well handled, with the characters' flexible notion of time amusingly
played off against the frustrations of thegroup's one Italian (Luca Laurenti). What lifts the
material above its weaknesses is the feeling that while the writer-directors are not exactly part of
the community they are portraying, nor are they complete outsiders; they bring sincerity to their
observations about being aliens in a country still relatively unprepared to deal with immigration.
David Rooney - Variety
La commedia è generalmente ben diretta, con la flesibile nozione del tempo dei personaggi in divertente contrasto con le frustrazioni dell’unico italiano del gruppo (Luca Laurenti). Quello che porta questo lavoro al di sopra delle sue debolezze è la sensazione che gli autori non sono nè parte integrande della comunità che ritraggono nè totalmente estranei: Portano sincerità alle loro osservazioni sull’essere degli "alieni" in un paese ancora relativamente impreparato a fare i conti con l’immigrazione.
David Rooney - Variety
...E’ apprezzabile lo sguardo che i Manetti applicano alla comunità nigeriana, senza sconti paternalistici, e anzi sottolineandone cinismi, ritualità fesse, modelli culturali (è tutto un parlare di marche Versace, Moschino, Nike...). Intonato alla martellante colonna sonora Rap fornita da Neffa, lo stile vagamente Hip Hop del film permette ai due registi di mettere in scena una storia d’amore continuamente interrotta, che fa sorridere e insieme rimanda alla domanda principale, pronunciata da Eby in un momento di romantico abbandono: "Perché non facciamo quest’Italia più comoda per noi?".
Michele Anselmi - L’Unità 19 novembre '97
I fratelli Manetti girano a tempo di Rap, largheggiando in sapori forti e parentesi buffe, la tribolata storia d’amore tra Eby e Nike.
Michele Anselmi - L’Unità 17 agosto '97
Abbandonando per un attimo la caccia al VIP, ieri ha tenuto banco in assoluto il film "Torino Boys", sia per la coda del pubblico e sia per il numero di interviste fatte ai registi e ai protagonisti della pellicola, tutti ragazzi nigeriani.
Tiziana Platzer - La Stampa
Malgrado la levataccia (anteprima a Locarno, ore 7.30) il film ce lo siamo goduti, e non poco.
Dee’mo - Aelle
Il primo film "all black" della storia del cinema italiano, con i suoi bellissimi e spettacolari protagonisti nigeriani ... una commedia e anzi
una vera e propria sophisticated comedy con sotterfugi, malintesi, telefoni occupati, ritrovamenti inaspettati...
Alberto Farassinola - La Repubblica
le critiche negative
L’idea di "Torino Boys" sarebbe interessante, la realizzazione è modesta. L’andamento di commedia, l’ironia sui protagonisti, è alla maniera di Spike Lee: ma se Spike Lee non ‘c’è e se certe cose sono i bianchi a dirle, tutto risulta diverso.
Lietta Tornabuoni - La Stampa
S O U N D T R A C K
a cura di NEFFA
Antonio e Marco Manetti, registi e sceneggiatori di Roma, hanno provocatoriamente cercato di annientare tutta la segnaletica retorica piangente, paternalistica e solidaristica del filone "film sull’immigrazione". Intanto hanno scovato un meraviglioso parco attori per un’opera di drammaturgia corale e brillante.
Roberto Silvestri - Il Manifesto
Sulle coordinate stilistiche di un missaggio di realismo e fumetto, con una colonna sonora di Neffa rimbombante di Rap ed Hip Hop made in Italy, e tenendo presente le arzigogolate partiture delle telenovelas nigeriane, Marco ed Antonio Manetti hanno messo in scena una commedia coraggiosa e riuscita, affidata completamente al pedinamento e alla curiosa esplorazione di un inedito microcosmo antropologico benissimo evocato dalla non-professionalità degli interpreti che, dunque, nulla sacrificano della loro spontaneità e leggerezza all’artificio della recitazione.
Natalino Bruzzone - Il Secolo XIX
Poche parole per un film che invece compie una notevole rivoluzione, proponendo un punto di vista completamente inedito (o quasi, tentativi sono stati già fatti, ma questo è decisamente il più compiuto) sugli "immigrati", i "poveri extracomunitari", i "neri sfigati". Liberato il campo dai piagnistei, i due registi fratelli Antonio e Marco Manetti (entrambi sotto i trent’anni) si divertono a farci vedere qualcosa che loro conoscono bene. (...) Con le musiche di Neffa, Torino Boys fa ridere e ballare e dice più cose di quanto non sembri. Guardatelo con attenzione, e soprattutto divertitevi.
Roberta Ronconi - Liberazione
Recitato da un cast particolarmente simpatico e ritmato sulle musiche di Neffa, il film ha un solo punto debole: poco realisticamente i nigeriani parlano italiano anche quando sono tra loro.
Roberto Nepoti - La Repubblica
The comedy generally is well handled, with the characters' flexible notion of time amusingly
played off against the frustrations of thegroup's one Italian (Luca Laurenti). What lifts the
material above its weaknesses is the feeling that while the writer-directors are not exactly part of
the community they are portraying, nor are they complete outsiders; they bring sincerity to their
observations about being aliens in a country still relatively unprepared to deal with immigration.
David Rooney - Variety
La commedia è generalmente ben diretta, con la flesibile nozione del tempo dei personaggi in divertente contrasto con le frustrazioni dell’unico italiano del gruppo (Luca Laurenti). Quello che porta questo lavoro al di sopra delle sue debolezze è la sensazione che gli autori non sono nè parte integrande della comunità che ritraggono nè totalmente estranei: Portano sincerità alle loro osservazioni sull’essere degli "alieni" in un paese ancora relativamente impreparato a fare i conti con l’immigrazione.
David Rooney - Variety
...E’ apprezzabile lo sguardo che i Manetti applicano alla comunità nigeriana, senza sconti paternalistici, e anzi sottolineandone cinismi, ritualità fesse, modelli culturali (è tutto un parlare di marche Versace, Moschino, Nike...). Intonato alla martellante colonna sonora Rap fornita da Neffa, lo stile vagamente Hip Hop del film permette ai due registi di mettere in scena una storia d’amore continuamente interrotta, che fa sorridere e insieme rimanda alla domanda principale, pronunciata da Eby in un momento di romantico abbandono: "Perché non facciamo quest’Italia più comoda per noi?".
Michele Anselmi - L’Unità 19 novembre '97
I fratelli Manetti girano a tempo di Rap, largheggiando in sapori forti e parentesi buffe, la tribolata storia d’amore tra Eby e Nike.
Michele Anselmi - L’Unità 17 agosto '97
Abbandonando per un attimo la caccia al VIP, ieri ha tenuto banco in assoluto il film "Torino Boys", sia per la coda del pubblico e sia per il numero di interviste fatte ai registi e ai protagonisti della pellicola, tutti ragazzi nigeriani.
Tiziana Platzer - La Stampa
Malgrado la levataccia (anteprima a Locarno, ore 7.30) il film ce lo siamo goduti, e non poco.
Dee’mo - Aelle
Il primo film "all black" della storia del cinema italiano, con i suoi bellissimi e spettacolari protagonisti nigeriani ... una commedia e anzi
una vera e propria sophisticated comedy con sotterfugi, malintesi, telefoni occupati, ritrovamenti inaspettati...
Alberto Farassinola - La Repubblica
le critiche negative
L’idea di "Torino Boys" sarebbe interessante, la realizzazione è modesta. L’andamento di commedia, l’ironia sui protagonisti, è alla maniera di Spike Lee: ma se Spike Lee non ‘c’è e se certe cose sono i bianchi a dirle, tutto risulta diverso.
Lietta Tornabuoni - La Stampa
S O U N D T R A C K
a cura di NEFFA
http://manettibros.tripod.com/sound.html
http://www.tntvillage.scambioetico.org/index.php?showtopic=153902