La cosplayer torinese Elettra Bertotti con il suo costume più complesso
intervista a cura di Federica Spagone
Domenica al Lingotto Fiere si è conclusa la 17a edizione di Torino Comics, confermatasi una delle fiere del fumetto più importanti del nord Italia: un vero paradiso per gli appassionati, con oltre 100 stand contenenti gadget, action figure, art book, anime, manga, manuali di giochi di ruolo e da tavolo. Ma uno degli aspetti più goliardici e rappresentativi della fiera è senza dubbio il Cosplay, che raduna ogni anno centinaia di giovani da molte regioni italiane. Il fenomeno è nato in Giappone, ma la parola Cosplay è una contrazione inglese derivante da “costume play”, ovvero l’hobby di vestire i panni ed interpretare il proprio personaggio preferito.
L’associazione torinese “Cospa Family”, costituita quest’anno a consolidamento di un gruppo preesistente di organizzatori/cosplayer, è stata di fatto uno dei veri motori della fiera, occupandosi dell’organizzazione delle sfilate; la più importante si è svolta domenica nella sala Gialla del Lingotto, con 122 gruppi Cosplay sul palco davanti a più di 700 spettatori.
Per comprendere meglio questa particolare passione abbiamo incontrato la cosplayer torinese Elettra Bertotti (nella foto, con il suo costume più complesso), 23 anni, vincitrice con il gruppo He Man e She-Va del “Miglior Gruppo di TorinoComics 2011”.
Come ti sei avvicinata al mondo Cosplay? «Nel 2005, quando la mia amica Alessia Mainardi mi chiese di partecipare al gruppo “Lord of the Ring”, allora molto in voga, alla fiera Cartoomics di Milano. Non avevo mai sentito parlare di Cosplay prima, ma nonostante l’indecisione iniziale scelsi di lanciarmi nella nuova avventura, e direttamente in fiera, indossai il mio primo costume: Legolas. Devo dire che la soddisfazione fu immensa quando le persone iniziarono a chiamarmi con il nome del personaggio e a chiedermi di posare con loro nelle fotografie. Quell’esperienza fu talmente bella che decisi di continuare e diventare anch’io una cosplayer. Inizialmente non fu facile realizzare i vestiti e chiesi aiuto a mia nonna che mi insegnò alcuni trucchetti sartoriali. A 18 anni mi regalarono la mia prima macchina da cucire e da allora mi sono impegnata sempre di più per realizzare abiti complessi ed elaborati. Ad oggi sono sei anni che creo personaggi per me e per i miei amici ed ho una media di un vestito al mese. In ogni fiera infatti cambio costume».
Cosa rappresenta per te questa passione? «Il Cosplay è l’unica costante della mia vita! Sono cresciuta, ho cambiato modo di vestire, sport e gusti musicali ma questa passione è rimasta e mi fa sentire veramente bene. E’ un campo che regala tante soddisfazioni: a livello sartoriale, perché negli anni sono riuscita a raggiungere ottimi risultati nel confezionare abiti ed ora questa sta anche diventando la mia professione. Ma le soddisfazioni ci sono anche e soprattutto a livello umano: interpretare un personaggio ti fa sentire leggera ed in un momento svaniscono tutti i problemi della vita quotidiana. C’è libertà e condivisione con gli altri cosplayer ed anche con il pubblico; e quando ti togli il vestito e ti strucchi, la sensazione non svanisce perché sai che la complicità con le persone che hanno condiviso con te l’esperienza, rimane anche sotto ”le maschere”. Con questa grande voglia di andare avanti, di sperimentare, di creare e di stare insieme, la vita appare più semplice».
Quanti costumi possiedi ? E qual è stato il più complesso da realizzare? «I miei costumi personali sono circa 50, contenuti in una camera armadio che è poi il piccolo studio dove li creo. Ho deciso però di iniziare a venderne o affittarne alcuni per ricavare un po’ di spazio per i nuovi abiti. E proprio tra le mie nuove creazioni c’è il Cosplay più complesso che ho realizzato, tratto dall’artwork “La Cirque” di Sakizou: l’ho presentato quest’anno al Cartoomics in coppia con la mia amica Cristina Cervellero. L’idea è nata dalla voglia di utilizzare moltissimi materiali come pizzi, passamanerie e galloni ed ovviamente dalla nostra passione per quelle illustrazioni. Il lavoro a quattro mani è durato 5 mesi ed è sicuramente stato il più lungo anche perché abbiamo curato i dettagli quasi in modo maniacale: su ogni abito sono state applicate circa 200 gemme di un millimetro e mezzo che adornano le calze e il corpetto. Questo è stato assolutamente il più duro da realizzare ma anche quello che mi ha dato più soddisfazioni, permettendomi di sbizzarrirmi nella cura dei dettagli e con materiali poco usuali».
Una curiosità: quanti premi hai visto in questi anni? «Ho vinto 22 premi e alcuni sono assegnati per il miglior gruppo. Infatti molte volte, come quest’anno, ho gareggiato con i miei amici mettendo in scena il mondo di un fumetto, di un cartone animato o di un videogioco. Almeno 5 premi invece li ho ricevuti per la sezione Original, cioè personaggi inventati o solo ispirati da opere già esistenti. Non sempre però partecipiamo alle competizioni, specialmente nelle fiere più caotiche la voglia di stare insieme e divertirsi prevale sulla gara».
Torino comics è ormai giunta alla 17° edizione: quali sono i suoi punti forti?
«Dal 2005 ad adesso ho partecipato ogni anno ed è una fiera che mi piace molto e che sostengo, non solo per campanilismo vivendo io a Torino, ma anche perché è di buon livello ed è diventata punto d’incontro per cosplayer di diverse regioni italiane. A TorinoComics ci si sente proprio in famiglia, quest’ultima location del Lingotto è adatta a far girare comodamente in costume, permette ai ragazzi di ritrovarsi, di stare insieme, di fare fotografie e vivere bene il momento, cosa che in altre fiere più caotiche è quasi impossibile fare. Il punto forte di TorinoComics è sicuramente quello di riuscire ad essere un luogo d’aggregazione per gli appassionati e questo può avvenire anche perché il gruppo che segue l’organizzazione Cosplay è riuscito a creare un clima amichevole e rilassato».
Un consiglio per chi vuol fare Cosplay ma non sa da dove iniziare?
«Per prima cosa consiglio di provare a realizzare il proprio costume da soli e di non comprarlo già preconfezionato, il bello sta proprio nel veder prendere forma il personaggio che si ama. Il non saper cucire è un problema secondario se si ha voglia di mettersi in gioco, inizialmente basta anche solo andare a ricercare quegli indumenti che più assomigliano all’originale e modificarli laddove sia necessario. Consiglio quindi di sfruttare moltissimo i mercatini e i siti internet come Ebay per trovare gli accessori più adatti, le stoffe e le parrucche. Vi assicuro che la soddisfazione nell’aver creato il vostro personaggio da zero vi ripagherà del tempo speso».
Link utili:
Torino Comics
Cospa Family
Elettra Bertotti
Voi conoscevate il Cosplay? Siete già cosplayer o vi incuriosisce provare?