La centrale elettronucleare Enrico Fermi è una centrale elettronucleare situata nel comune di Trino (VC) e avente un unico reattore da 260 MW di potenza elettrica netta, a uranio a medio arricchimento (circa il 4,5%), moderato ad acqua leggera e raffreddato secondo lo schema ad acqua pressurizzata (PWR).
La centrale ha una gemella in Francia, presso il sito di Chooz A: tale impianto da 300 MW di potenza elettrica è entrato in funzione nel 1970 e ha smesso la produzione commerciale nel 1990.
|
Inizio del programma nucleare italiano
La centrale elettronucleare di Trino è il frutto della prima iniziativa industriale avviata in Italia in campo nucleare. L'iniziativa di costruire una centrale nucleare venne presa all'indomani della Conferenza di Ginevra Atoms for Peace (14 ottobre 1955). L'Edison chiese a tutti i principali costruttori di reattori un’offerta per la realizzazione della prima centrale nucleare italiana. Nel dicembre 1955 fu costituita la società SELNI (Società ELettroNucleare Italiana) S.p.A. (fondata da Fiat e Montecatini e partecipata da EdisonVolta, SADE, Romana, SELT-Valdarno, SGES (Società Generale Elettrica della Sicilia), SME, SIP, Terni e Trentina e dal 1957 anche da Finelettrica con il 15%) in accordo con la società statunitense American Machine & Foundry (Westinghouse) con sottoscrizione paritetica del capitale da parte di elettroproduttori privati (Edison, SADE, Romana, SELT-Valdarno e SGES) e pubblici (IRI-Finelettrica con SME, SIP, Terni e Trentina).
La costruzione della centrale
Nel dicembre 1956 l'Edison sottoscriveva con la Westinghouse International Elettric Company una lettera d’intenti per la fornitura di un reattore PWR da 134 MW analogo a quello della centrale sperimentale di Yankee Rowe della Yankee Atomic Elettric Company.
In attesa delle approvazioni governative il progetto della centrale di Trino fu rivisto rispetto al progetto originario, con il progredire della tecnologia nucleare ci fu un notevole incremento della potenza del reattore, portando gli iniziali 615 MW termici e 186 MW elettrici ai finali 870 MW termici e 272 MW elettrici (lordi)[1], avendo quindi la peculiarità di avere con un unico reattore, due gruppi turbo-generatori a causa dell’aumento di potenza possibile con la modifica del sistema di controllo in corso d’opera di costruzione.
La centrale di Trino fu dedicata ad Enrico Fermi, l’italiano fra i principali ideatori della prima pila atomica dell'era moderna. La costruzione della centrale iniziò il 1º luglio 1961 e il 21 giugno 1964 raggiunse la sua prima criticità, dopo quindi meno di tre anni dall’inizio della costruzione della centrale, il seguente collegamento ai gruppi di generatori elettrici avvenne il 22 ottobre 1964 mentre l’entrata in servizio commerciale della centrale cominciò il 1 gennaio 1965, al 1º febbraio dello stesso anno, a seguito della nazionalizzazione dell’energia elettrica, la proprietà della centrale fu trasferita all’Enel.
Vita operativa della centrale
Dopo il primo ciclo di combustibile la centrale ebbe un fermo di tre anni a seguito della rottura dello scudo termico del reattore, a seguito delle riparazioni la centrale non ha più subito alcun inconveniente, sono state fatte solo fermate di ricarica o di aggiornamento dei sistemi di sicurezza. Inerente alla sicurezza dell’impianto, non si sono mai riscontrate nella sua vita fughe di refrigerante primario o rotture degli elementi di combustibile.
Il 21 giugno 1979 iniziò una lunga fermata dell'impianto per aggiornarlo ai nuovi sistemi di sicurezza e migliorare quelli già esistenti, come ad esempio i sistemi ausiliari elettrici. Durante la fermata sono state anche apportate modifiche e miglioramenti organizzativi a seguito dell'incidente accaduto al reattore numero 2 della centrale statunitense di Three Mile Island.
La chiusura dell'impianto
Nell'aprile del 1986 il reattore numero 4 della centrale elettronucleare di Chernobyl esplose spargendo una nube radioattiva su una parte dell'Europa. Questo gravissimo incidente portò la popolazione italiana a richiedere e approvare tre quesiti referendari inerenti alla localizzazione e le agevolazioni al nucleare. La centrale di Trino concluse il suo nono ciclo di combustibile il 21 marzo 1987 e caricò il decimo. A seguito di delibera CIPE del 26 luglio 1990 tutto il programma nucleare italiano fu sospeso, l’ultima ricarica di combustibile non ancora consumato fu venduta e la centrale messa in SAFESTOR (Safe Storage o custodia protettiva passiva).
Consuntivo di vita della centrale
Nella sua vita la centrale è stata in funzione per un equivalente di 10,6 anni, con una possibile vita residua del 34%, ha bruciato 4,6 tonnellate di uranio producendo quindi 26 TWh di energia elettrica lorda (corrispondenti a 23,8 TWh netti), pari a 13 volte il fabbisogno della provincia di Vercelli dell'anno 1987. La centrale di Trino fu anche definita la centrale più sicura al mondo . Quando fu costruita era la centrale più potente al mondo[2].
Il decommissioning
Nel novembre 1999 la proprietà della centrale, così come per le altre tre centrali nucleari italiane, è stata trasferita a SOGIN S.p.A., che ha il mandato di procedere alla sistemazione dei materiali radioattivi presenti nel sito, allo smantellamento della centrale e al recupero e alla valorizzazione dell'area.
Primati
- Primato mondiale di funzionamento ininterrotto a piena potenza: 322 giorni (dal 28 settembre 1974 al 16 agosto 1975).
- Reattore più potente al mondo: dal 22 ottobre 1964, quando superò il reattore statunitense di Indian Point 1, al 4 agosto 1966, quando venne sopravanzato dal reattore francese di Chinon A3.
Note
- ^ Fu cambiato il sistema di controllo della reattività del reattore. Infatti il progetto iniziale utilizzava solamente barre di regolazione, mentre usando un veleno neutronico (acido borico) disciolto nell'acqua di moderazione e raffreddamento si ottennero maggiori rese a parità di tutti gli altri fattori con minori fattori di picco nucleare.
- ^ (DE) http://de.wikipedia.org/wiki/Liste_der_leistungsst%C3%A4rksten_Kernreaktoren