GreenBox, MostraLiveFilm TORINO - Sabato 21 e Domenica 22 Maggio 2011

GreenBox, MostraLiveFilm
TORINO - Sabato 21 e Domenica 22 Maggio 2011 suoni e visioni nell'appuntamento mensile di Green Box

INGRESSO LIBERO

Info
Dove:
GREEN BOX Via Sant'Anselmo 25 Torino
Quando:
Dal 21/05/2011 al 22/05/2011
 
Sabato 21 Maggio 2011 la VOCE del mezzosoprano Monica Tagliasacchi e il LIVE dei Musamusè inaugurano la MOSTRA collettivaSUGGESTIONI ONIRICHE”.

Domenica 22 Maggio 2011 saranno la VOCE di Bryda e le IMMAGINI del documentario “Bundì Bundì – Canto per l’Alta Langa” a chiudere la collettiva.

La mostra “SUGGESTIONI ONIRICHE” mette a confronto quattro artisti: FRANCESCO ACETO, ALBERTO CERESA, FRANCESCA ELEONORA LANDO, FABIO PETANI, le cui opere celano recondite visioni, stati d’animo, ricordi e frammenti di sogni. I soggetti, reali o astratti, sono immersi in atmosfere oniriche, surreali e come sospese, il passato riaffiora nel presente, i sogni diventano visioni e la realtà è alternativa ed illusoria.

ORARI
La mostra “Suggestioni Oniriche” sarà visitabile sabato 21 e domenica 22 maggio dalle 10 alle 23.
Ingresso libero
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VERNISSAGE (sabato): alle ore 18 esibizione di Monica Tagliasacchi, che intonerà la celebre Habanera di Carmen. A seguire, alle ore 19, live dei Musamusè.
FINISSAGE (domenica): alle ore 18 esibizione di Bryda. A seguire, alle ore 21, in collaborazione con l’associazione Piemonte Movie, proiezione del documentario “Bundì Bundì – Canto per l’Alta Langa” (di Sandro Carnino e Giulio De Leo, 64’, 2009), un viaggio alla ricerca delle tradizioni musicali dell’Alta Langa raccontate attraverso i volti, i canti e la voce della gente. Presenta il film il regista Sandro Carnino.

Ingresso libero.

BIO

ARTE

FRANCESCO ACETO
Francesco Aceto è un artista sensibile che si identifica attraverso una seria ricerca tematica frutto di un impegno costante, con l’intento di trasmettere i sentimenti reconditi di visioni che rievocano, con i segni indelebili del tempo, momenti del passato che riaffiorano nel presente.
Le sue opere sono filtrate dalla memoria e dalla mediazione del pensiero che modifica e trasforma le immagini a volte confuse dei sogni in visioni messe a fuoco oltre i confini del tempo, animate da tratti decisi, che prendono vita fra luci soffuse e sospese atmosfere.

ALBERTO CERESA
Per Alberto Ceresa tutto è riconducibile ad una sola unità, in continua evoluzione, e l’universo non ferma il suo moto di espansione verso limiti sconosciuti, il “Wild Blue Yonder”, dal titolo di un film di Herzog, ossia “L’Ignoto Spazio Profondo”. Nei suoi lavori ciò che esprime è la limitatezza di una visione basata su un punto di vista tradizionale, perché se tutto é riconducibile ad una realtà più grande, allora non é sbagliato immaginare una montagna innevata nel deserto, il vento che soffia dentro una foglia. Allo stesso tempo raffigura dei paesaggi interiori, luoghi che non esistono ma che evocano stati d’animo, ricordi d’infanzia, frammenti di sogni o di cose ormai dimenticate.

FRANCESCA ELEONORA LANDO, fotografa
Con la sua macchina fotografica l’artista ama catturare momenti, rappresentativi della spontaneità e naturalezza della vita quotidiana. Per far questo si avvale dell’aiuto dell’inconscio, che sceglie un particolare e induce l’occhio a prestare attenzione, e la conoscenza della tecnica che guida le mani a comporre l’inquadratura e finalmente a premere il pulsante di scatto.

FABIO PETANI
Nelle opere di Fabio Petani è presente una disordinata armonia di linee, forme e volumi che si integrano tra loro con colori netti e decisi, seppure vengano privilegiati il nero e il bianco. Questi due non-colori, infatti, ben si contrastano e creano una realtà alternativa e illusoria dove vengono catapultati soggetti astratti che si mimetizzano in un’atmosfera surreale, dando origine a una suggestione onirica che stimola visioni di mondi nascosti dentro la nostra mente.


MUSICA

MUSAMUSÈ
I Musamusè sono Renzo Finotti (bouzouki, chitarre, percussioni) e Francesco Aceto (mandolino, cornamusa francese, cornamusa bergamasca, violino).
La loro musica, apparentemente, non ha origini. È una musica ibrida, nata dal loro trascorso, dalla follia, dalla storia che li avvolge tutti i giorni. È una musica sperimentale che si alimenta di volta in volta. È un’oasi, una sedia rivolta all’orizzonte, un abito da indossare. Il tempo, che trascorre veloce, lascia un ricordo, una sensazione, un’impressione, un segno. I Musamusè sono attenti alle tradizioni musicali di ogni singolo strumento, ma amano stravolgere quello che normalmente dovrebbe essere.

MONICA TAGLIASACCHI
Torinese, studia nel registro di mezzosoprano presso il Conservatorio di Torino, perfezionandosi in seguito con il tenore Mario Del Monaco.
Nel 1983, partecipa con successo al concorso “Maria Callas” ed è finalista a Philadelpia del “Luciano Pavarotti International”, cantando in seguito più volte con il grande tenore italiano. L’anno successivo vince il concorso per la scuola di perfezionamento del Teatro alla Scala di Milano, partecipando, durante lo stage biennale, ad importanti produzioni del teatro milanese e collaborando, tra gli altri, con i maestri Claudio Abbado, Riccardo Muti, Gianandrea Gavazzeni, Savallich.
Successivamente intraprende un’intensa attività professionale che la porta a cantare nei principali teatri italiani, nonché nelle più prestigiose sedi internazionali, sempre al fianco dei più importanti protagonisti della lirica mondiale. Da allora la sua carriera è votata ininterrottamente all’attività operistica alternata a quella concertistica con particolare riferimento alla letteratura sinfonico-vocale e da camera. Particolarmente intensa, negli ultimi anni, la collaborazione con il teatro Coccia di Novara, dove ha interpretato con continuità ruoli di spicco nelle opere prodotte con successo dalla nota istituzione culturale.

BRYDA
Bryda, all'anagrafe Emilia Cerri, eredita la passione per il canto dalla nonna paterna, che gioca un ruolo importante nella sua vita affettiva. A 7 anni inizia a suonare il pianoforte, sviluppando un repertorio prevalentemente classico. Dopo la maturità scientifica si trasferisce a Torino per studiare Discipline Arte Musica e Spettacolo presso la facoltà di Scienze della Formazione, di cui consegue la laurea triennale. Nel frattempo prosegue gli studi pianistici sostenendo gli esami come privatista e partecipando a diversi progetti musicali come strumentista. Dopo la laurea inizia un corso di Musicoterapia, attività che le permette di coniugare arte e relazione d’aiuto, e di conoscere altri musicisti; con tre suoi compagni di corso fonda il gruppo Metronomo di Quantz, con il quale collabora tuttora. Nel frattempo decide di dare finalmente ascolto alla sua passione per il canto e di prendere lezioni; l’incontro con il cantante Lorenzo Caruso e il paroliere Matteo Felini favorisce la nascita della sua prima canzone Sulle mie corde.

CINEMA

BUNDÌ BUNDÌ – CANTO PER L’ALTA LANGA
Regia: Sandro Carnino, Giulio De Leo
Anno di produzione: 2009
Durata: 63’

“Bundì bundì è un film del reale; non c’è voce narrante e le interviste sono riprese in semisoggettiva per concentrare l’attenzione dello spettatore sui canti e sui volti degli informatori. Come la tradizione musicale orale, il film si nutre della fisicità dei cantori, dei loro errori, delle invenzioni di nuove strofe e soprattutto della loro storia”.

Bundì Bundì è un documentario dedicato al canto, alla sua ritualità e alla sua intrinseca capacità di raccontare la storia individuale e collettiva. Ad ispirarne il soggetto, e quindi la scelta dell’Alta Langa come territorio d’indagine, è stato il libro “Bundì Bundì deme na strèina a mi” dell’etnomusicologa Francesca Borgarello.
L’opera documenta l’ambiente e le modalità in cui sono avvenuti gli incontri e le interviste che hanno permesso di risvegliare antichi ricordi e di ricostruire, di canto in canto, un patrimonio culturale di inestimabile valore. Per ritrovare l’autenticità dei canti, l’emozione e il sentimento dei cantori, senza forzarne l’espressività, la camera ha seguito le ultime interviste e registrazioni ed è rimasta con i protagonisti per coglierne preziosi frammenti di quotidiano e disegnare un affresco del territorio.